La tecnica del gelo del pittore Pancaldi

Gaetano Pancaldi nasce a Piumazzo in provincia di Modena nel 1922 e nella stessa cittadina muore nel 2014.

Pittore autodidatta, fin dalla gioventù si cimenta in varie tecniche passando dalla pittura ad olio, al collage, all'acquerello fino a teniche sperimentali come l'acquerello ghiacciato.

Tale tecnica da lui inventata negli anni '60 e perfezionata per tutta la vita consisteva nel porre a temperature sottozero il dipinto ancora fresco in modo che il cristallizzarsi della superficie pittorica creasse motivi geometrici imprevedibili.

Con il gelo, Pancaldi riusciva a rappresentare paesaggi, figure, animali o persone in un'atmosfera onirica e silenziosa.

Pur essendo un pittore di provincia è innegabile che abbia creato qualcosa che non ha simili nella pittura contemporanea.

La nostra azienda ha acquistato l'intero archivio Pancaldi dagli eredi.

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Gaetano Pancaldi è un poeta di microcosmi, di mondi lontani e ormai dimenticati, di atmosfere contadine e paesane rivissute con ingenuità e sincera passione, con gli occhi pieni di meraviglia e curiosità dei bambini di un tempo. Egli riporta in vita i riti della campagna, il lavoro paziente dei buoi, i gesti senza tempo dei contadini e della massaie, gli ambienti rustici ed accoglienti in cui i cibi avevano sapori irripetibili e le storie nascevano per diventare proverbi e filastrocche da trasmettere per secoli.
Quadri in cui i colori e le luci ritrovano le limpidezze di primavere lontane, l'allegria dei voli delle rondini e dei canti dei mietitori, atmosfere in cui il cadere della neve a Natale o il fiorire delle rose a maggio erano eventi magici erano a lungo desiderati come se accadessero per la prima volta. Per contro egli ha cercato di rendere l'isteria del mondo contemporaneo, senza gioia e senza meraviglia, dove il ritmo delle azioni è programmato in sedi estranee all'uomo e alla sua natura, innaturale, dunque, e quasi crudele. Il contrasto è drammatico, l'effetto impressionante anche se più tecnico e per così dire, forzato.
La vera ispirazione di Pancaldi è il mondo perduto delle processioni e della trebbiatura, delle stalle e delle aie risplendenti di pula dorata, dei pulcini che seguono le chiocce lungo i filari dissodati dalla fatica della vanga e della zappa. C'è il senso della fatica più aspra, nei suoi quadri, e della gioia più semplice e pura.

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